Immigrazione e cittadinanza italiana

Lo Studio Legale Licata & Indorato (Studio Internazionale ILC & Associates) è un punto di riferimento per gli stranieri in Italia che intendono ottenere un determinato beneficio o vedersi riconoscere un diritto in materia di immigrazione e cittadinanza.

Vogliamo garantire un’opera professionale di altissimo livello per aiutare lo straniero ad acquisire la cittadinanza o a fare ingresso e soggiornare in Italia in condizioni di legalità, per turismo o per studio, per lavorare, svolgere attività economiche, ricongiungersi a un familiare o per le altre finalità tutelate dall’ordinamento.

COME OTTENERE LA CITTADINANZA ITALIANA

La cittadinanza italiana per gli stranieri è il coronamento di un lungo processo di integrazione: dopo aver vissuto tanti anni in Italia, lo straniero vuole sentirsi finalmente alla pari degli altri, sia dal punto di vista sociale che nel godimento dei diritti civili e politici, presentando richiesta per la cittadinanza italiana.

Ottenere in Italia la cittadinanza non è un obiettivo semplice da raggiungere e richiede anche un certo tempo.

Sull’entità dei tempi di attesa per l’acquisto della cittadinanza italiana può sicuramente incidere l’efficacia delle iniziative intraprese dallo straniero per velocizzare la pratica di cittadinanza.

Lo Studio Legale ILC & ASSOCIATES, in qualità di Studio esperto delle norme sul diritto dell’immigrazione e della cittadinanza italiana, nonchè del procedimento amministrativo, è in grado di aiutare l’aspirante cittadino in questo modo:

  • Spiegare innanzitutto come ottenere la cittadinanza italiana, ovvero quali sono i requisiti della cittadinanza italiana e le procedure che andranno eseguite per presentare la domanda di cittadinanza e successivamente controllarne l’andamento;
  • Assisterlo sin dalla presentazione online della richiesta cittadinanza italiana, assicurandosi che la documentazione sia completa e in ordine, nonché legalizzata, apostillata e tradotta in conformità alle disposizioni di legge;
  • Sollecitare la pratica per ridurre il più possibile il tempo naturale di attesa della cittadinanza, evitando così che la domanda di cittadinanza italiana resti abbandonata negli scaffali degli uffici amministrativi;
  • Fornire assistenza e consulenza per l’intera durata del procedimento, rappresentando il cliente dinanzi a tutti gli organi competenti, anche con eventuali istanze di accesso agli atti;
  • Reagire a un eventuale preavviso di diniego della cittadinanza o a un diniego definitivo, rispettivamente, con una memoria e con il ricorso al Tar contro il diniego della cittadinanza.

Lo Studio ILC & ASSOCIATES lavora con le pratiche di cittadinanza quotidianamente. Siamo uno dei primi studi, se non il primo, a trattare la materia in modo sistematico e approfondito. Qualunque straniero che vuole diventare cittadino italiano e si interroga su come si ottiene la cittadinanza italiana può trovare in noi un punto di riferimento. Siamo pronti ad assistervi se per voi la cittadinanza è un obiettivo importante.

COME SI OTTIENE LA CITTADINANZA ITALIANA?

Chi si domanda come si ottiene la cittadinanza italiana deve sapere che esistono ipotesi di acquisto automatico, e altre in cui l’ottenimento della cittadinanza dipende da una richiesta del soggetto interessato. Le ipotesi di acquisto della cittadinanza italiana in via automatica sono le seguenti:

  • Iure sanguinis, ossia per nascita, se padre o madre sono cittadini;
  • Per nascita nel territorio dello Stato, ius soli, se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale essi appartengono;
  • Per adozione, se si tratta di minore;
  • Per i figli minori di chi acquista a qualsiasi titolo la cittadinanza italiana, che diventano cittadini se sussiste il requisito della convivenza, salva facoltà di rinuncia divenuti maggiorenni;

Alternativamente, è necessaria una domanda per la cittadinanza italiana per stranieri, ovvero serve una richiesta di cittadinanza italiana da parte del soggetto interessato.

Queste sono le ipotesi in cui l’acquisto della cittadinanza non è automatico ma bisogna volontariamente formulare una richiesta per acquisizione della cittadinanza:

  • Cittadinanza per residenza
    • lo straniero i cui genitori, o ascendenti entro il 2° grado, sono stati cittadini italiani per nascita, e risieda in Italia legalmente da almeno 3 anni;
    • lo straniero maggiorenne adottato da cittadino italiano, che risiede in Italia da almeno 5 anni successivamente all’adozione;
    • allo straniero che ha prestato servizio, anche all’estero, per almeno 5 anni alle dipendenze dello Stato italiano;
    • al cittadino comunitario che risiede in Italia da almeno 4 anni;
    • all’apolide e al rifugiato che risiede in Italia da almeno 5 anni;
    • lo straniero che risiede legalmente in Italia da almeno 10 anni (ipotesi standard).

In questi casi, dunque, come si acquisisce la cittadinanza italiana? Bisogna presentare una richiesta di cittadinanza italiana al Ministero dell’Interno cittadinanza italiana per stranieri, previa creazione di un account personale sul sito del Ministero stesso.

La domanda è ricevuta e viene istruita dalla Prefettura, poi il Ministero svolge ulteriori esami e decide se accogliere o rigettare la domanda. Il decreto di concessione della cittadinanza italiana è firmato dal Presidente della Repubblica.

  • Cittadinanza per matrimonio
Una seconda risposta a come prendere la cittadinanza italiana è l’ipotesi di acquisizione della cittadinanza per matrimonio: il coniuge di cittadino italiano può acquistare la cittadinanza ai sensi degli artt. 5 e seguenti della legge n. 91 del 5 febbraio 1992, dopo due anni di residenza legale successivi al matrimonio, o dopo 3 anni dal matrimonio se residente all’estero. I termini sono dimezzati in presenza di figli.

Anche la cittadinanza per matrimonio si richiede in via telematica, tramite il sito internet del Ministero dell’Interno; tuttavia la richiesta cittadinanza italiana viene trattata e decisa da un unico organo: la Prefettura del luogo di residenza dello straniero.

Come ottenere la cittadinanza italiana

L’art. 1, 1° comma, lettera a), della legge 5 febbraio 1992 n. 91 adotta lo ius sanguinis come regola generale di trasmissione della cittadinanza (“E’ cittadino per nascita il figlio di padre o madre cittadini”).  Pertanto, ai fini dell’acquisto della cittadinanza, è sufficiente essere figli di almeno un genitore cittadino.

Differentemente, la naturalizzazione implica una scelta dello straniero a diventare cittadino italiano.

Per presentare la richiesta di cittadinanza italiana per residenza lo straniero deve aver risieduto ininterrottamente in Italia per almeno 10 anni (o per il differente periodo previsto all’art. 9, legge n. 91/1992), senza avere “buchi di residenza”, cioè senza aver subito in questo arco temporale un provvedimento di cancellazione anagrafica.

In secondo luogo, lo straniero deve aver percepito e dichiarato redditi sufficienti negli ultimi 3 anni antecedenti la domanda di acquisto della cittadinanza italiana (e mantenerli durante lo svolgimento del procedimento). Tenuto conto dell’intero nucleo familiare, il reddito complessivo deve essere superiore al limite previsto dalla legge per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria.

Segue poi il requisito della posizione giudiziaria: lo straniero non deve aver avuto problemi con la giustizia, né condanne penali emesse, né procedimenti in corso.

Se la regola generale è che la cittadinanza per residenza è una concessione e l’Amministrazione deve valutare il grado di integrazione dello straniero nel territorio dello Stato, la posizione giudiziaria è certamente l’elemento più rilevante a tali fini.

È bene premettere che, in linea generale, possono pregiudicare l’acquisizione della cittadinanza anche reati prescritti o per i quali si è beneficiato dell’estinzione del reato o della riabilitazione.

Tuttavia, ciascuna situazione va valutata caso per caso, ed è per questo che diventa fondamentale rivolgersi a uno specialista della materia, se la persona con precedenti penali vuole coltivare speranze di ottenere la cittadinanza.

Ulteriore requisito per poter diventare cittadino italiano è avere adeguata conoscenza della lingua italiana: requisito provato dalla titolarità del permesso per soggiornanti di lungo periodo, o dall’aver conseguito un titolo di studio che attesti la conoscenza della lingua italiana a un livello almeno B1. Per ottenere l’acquisto della cittadinanza in Italia per matrimonio è necessario anzitutto che lo straniero sia “coniuge” di cittadino italiano, in virtù di un matrimonio che alla data di adozione del decreto sia perfettamente in essere ed efficace.

Lo straniero deve aver risieduto in Italia per almeno 2 anni dopo il matrimonio (se la domanda è presentata in Italia), oppure devono essere passati 3 anni dopo il matrimonio (se la domanda è presentata all’estero). I termini sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi.

Anche qui il richiedente deve dimostrare la conoscenza della lingua italiana di livello almeno B1, con le stesse modalità sopra descritte.

Esistono poi dei requisiti negativi, ossia il richiedente non deve aver subito una condanna per uno dei delitti previsti nel libro secondo, titolo I, capi I, II e III del codice penale. Precludono l’acquisto della cittadinanza per matrimonio, inoltre:

  • la condanna per un delitto non colposo per il quale la legge prevede una pena edittale non inferiore nel massimo a tre anni di reclusione, ovvero la condanna per un reato non politico ad una pena detentiva superiore ad un anno da parte di una autorità giudiziaria straniera, quando la sentenza sia stata riconosciuta in Italia;
  • la sussistenza, nel caso specifico, di comprovati motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica. In assenza di questi ultimi, l’attribuzione della cittadinanza italiana è un provvedimento di natura vincolata per l’Amministrazione, non vi è alcuna discrezionalità: per questo motivo i relativi diritti devono essere fatti valere dinanzi al giudice ordinario e non al Tar.

 

Quali sono i tempi di attesa per la cittadinanza italiana?

Bisogna sapere che la legge prevede un termine massimo entro cui l’Amministrazione deve concludere il procedimento, ovvero, attualmente, 48 mesi (termine stabilito dal primo decreto sicurezza del 2018, in sostituzione del precedente che era di 730 giorni).

Questo non significa che lo straniero attenderà sicuramente 48 mesi per ottenere la cittadinanza italiana. L’attesa potrebbe essere inferiore ma anche superiore: tutto dipende da come il richiedente si rende parte attiva e consapevole nel procedimento della cittadinanza.
Se il richiedente rimane ad attendere passivamente il provvedimento il rischio è veramente quello di vedere allungare i tempi di attesa, anche oltre i 48 mesi previsti dalla legge.
Dunque è importante che l’interessato, o ancor meglio uno studio legale che lo rappresenti e lo assista durante il procedimento, controlli la procedura e solleciti gli uffici pubblici con una certa periodicità e costanza, facendo leva sugli aspetti particolari del proprio caso, che eventualmente possono presentare profili di urgenza rispetto a una qualunque altra domanda di cittadinanza.
Lo scopo di una pratica di sollecito, quindi, è quella di controllare l’andamento del procedimento e di ridurne il più possibile la durata, cercando di far ottenere la cittadinanza italiana al cliente anche prima dei 48 mesi.

Lo Studio Legale ILC & ASSOCIATES è specializzato nel capire come velocizzare la pratica di cittadinanza, potendo contare su un’esperienza ultradecennale nella materia dell’acquisto della cittadinanza italiana e delle pratiche per sollecitare la pratica di cittadinanza.

 

DIRITTO DELL’IMMIGRAZIONE

TUTELIAMO I DIRITTI DEGLI STRANIERI IN ITALIA

Se uno straniero intende presentare domanda di permesso di soggiorno, se vuole ottenere il ricongiungimento con un familiare, la coesione familiare con cittadino italiano, o un visto d’ingresso in Italia di altra tipologia, oppure se le sue istanze sono state rigettate o sulle stesse tarda ad arrivare una risposta da parte dell’Amministrazione, può affidarsi a noi e ricevere assistenza legale immediata.
Lo Studio Legale ILC & ASSOCIATES presta assistenza e consulenza in tutte le materie riguardanti il diritto dell’immigrazione, mettendo in campo la propria esperienza e professionalità.

I nostri clienti sono gli stranieri ovunque residenti, anche all’estero, che possiamo assistere senza alcuna difficoltà legata alla distanza, comunicando telefonicamente, via e-mail e Skype.

L’attività del nostro Studio Legale si estende anche alle domande di riabilitazione e di estinzione del reato – necessarie per l’accesso a determinati benefici come la cittadinanza o il permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo – nonché all’assistenza finalizzata ad ottenere la cancellazione dello straniero dal Sistema d’Informazione Schengen, indispensabile per ottenere il visto d’ingresso.

VISTO D’INGRESSO

Tuteliamo l’interesse del cittadino straniero a ottenere il visto per entrare in Italia. Inoltre, difendiamo il cliente che ha ricevuto il diniego di visto o del nulla osta all’ingresso, o che è impossibilitato a entrare in Italia a causa di una segnalazione nel Sistema d’Informazione Schengen (SIS). 

Se hai problemi ad ottenere il visto per ingresso in Italia lo Studio Legale Licata & Indorato (ILC & Associates) può aiutarti. 

L’ingresso nel territorio dello Stato è consentito allo straniero in possesso di passaporto valido o documento equipollente e del visto d’ingresso, e può avvenire – salvi i casi di forza maggiore – soltanto attraverso i valichi di frontiera appositamente istituiti.

L’ingresso in Italia presuppone naturalmente una richiesta di visto, che può essere per soggiorni di breve durata, e cioè fino a novanta giorni, o per soggiorni di una durata ampia che presuppongono il conseguimento di un permesso di soggiorno, la cui motivazione deve essere identica a quella menzionata nel visto.

Ricordiamo che i cittadini dei Paesi della c.d. “white list” (come ad esempio, Albania, Andorra, Antigua e Barbuda, Argentina, Australia, Bahamas, Barbados, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Brunei, Canada, Cile, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, etc.) non sono obbligati a richiedere il visto d’ingresso per soggiorni per turismo, missione, affari, invito e gara sportiva, purchè il soggiorno non superi i 90 giorni.

La principale ipotesi di visto di ingresso in Italia per gli stranieri è quella legata al lavoro; ma è proprio qui che crescono le difficoltà per lo straniero che vuole ottenere un visto per entrare in Italia.

Come sappiamo, infatti, l’ingresso per lavoro è disciplinato dai decreti flussi emanati dal Governo, che di fatto, da molti anni a questa parte, si traducono in provvedimenti puramente formali, perchè riservati a casi assolutamente di nicchia che tagliano fuori le ipotesi più diffuse di lavoratore subordinato o autonomo straniero (primi tra tutti colf e badanti).

Diventa così interessante, nel domandarsi come ottenere il visto per l’Italia, affacciarsi a figure specifiche di visto d’ingresso, a meno che non si voglia soggiornare in Italia solo per ragioni turistiche, e allora l’interesse sia piuttosto rivolto al visto per turismo.

Tornando sul tema lavoro, bisogna sapere che la legge prevede ipotesi di ingresso per lavoro in casi particolari. Si fa riferimento all’art. 27 del Testo Unico sull’Immigrazione, che consente l’ingresso agli stranieri al di fuori delle quote.

Come si è detto, l’ingresso degli stranieri per lavoro può avvenire solo nei limiti quantitativi imposti dalle “quote” stabilite nei decreti flussi (da tanti anni – ripetiamo – le quote sono riservate a lavoratori particolarmente qualificati o a investitori, o altre fattispecie molto ristrette).

Ebbene, l’art. 27 prevede ipotesi di ingresso per lavoro in casi particolari, cioè che consentono l’ingresso a prescindere dai limiti quantitativi e numerici stabiliti dallo Stato: si fa riferimento, ad esempio, ai dirigenti distaccati da imprese straniere, ai professori universitari chiamati a compiere un incarico accademico, ai traduttori e interpreti, ai professionisti sportivi, al personale artistico, agli infermieri professionali, e alle altre ipotesi per il cui elenco rimandiamo alla su citata norma di legge.

Come può vedersi, si tratta di ipotesi di ingresso molto specifiche e riservate, non nella disponibilità di tutti. Un’altra ipotesi particolare è quella del visto di ingresso per residenza elettiva, che si può prendere in esame quando lo straniero ha la proprietà o la disponibilità giuridica di un immobile in Italia da eleggere a residenza, nonchè la disponibilità di rendite e risorse economiche – non provenienti da attività lavorativa – che gli consentirebbero di poter vivere e sostenersi nel nostro Paese senza dover lavorare.

Al di là di queste singole e specifiche ipotesi, è ampia la categoria dei visti d’ingresso, ben delineata dal Decreto Interministeriale n. 850/2011. Ad esempio si può fare ingresso in Italia con visto per: adozione, affari, cure mediche, motivi diplomatici, familiare al seguito e ricongiungimento familiare, gara sportiva, lavoro autonomo, missione, motivi religiosi, reingresso, studio, transito, visto per turismo e altri.

Il visto per ingresso in Italia viene rilasciato dalla Rappresentanza diplomatiche o consolari italiane presso il luogo di origine o residenza dello straniero, previa verifica dei requisiti. In particolare, lo straniero deve dimostrare:

  • di avere idonea documentazione circa lo scopo e le condizioni del soggiorno;
  • di avere la disponibilità di mezzi di sussistenza sufficienti per la durata del soggiorno, ed eccetto per i soggiorni di lavoro, anche di quelli necessari per il ritorno nel paese di provenienza;
  • di non versare in una delle cause ostative all’ingresso, previste ai commi 3 e 6 dell’art 4 del T.U.I.;
  • di avere ottenuto, con riguardo a visti per specifiche tipologie di soggiorno, uno speciale nulla osta (es. per il ricongiungimento);
  • di rientrare nei contingenti numerici fissati annualmente con decreto dal Presidente del Consiglio dei Ministri (c.d. decreto flussi). Questo requisito occorre per i soli ingressi finalizzati al lavoro subordinato (anche stagionale) e autonomo;
  • Nulla osta e visto d’ingresso: Per gli ingressi nel territorio dello Stato volti allo svolgimento di attività lavorative (a carattere subordinato, ivi compreso quello stagionale, o autonomo) ovvero funzionali al ricongiungimento familiare, il Legislatore impone, quale passaggio necessario per conseguire il visto, la preventiva acquisizione di specifici nulla osta le cui istanze vanno presentate allo Sportello Unico per l’immigrazione.

Se la domanda di visto per entrare in Italia dovesse concludersi con esito negativo, l’interessato può presentare ricorso. Il giudice competente è quello Amministrativo, perché la giurisprudenza ritiene che si configuri, in capo allo straniero, un mero interesse legittimo e non un diritto soggettivo.

Poiché la decisione sull’ingresso non può che spiegare i suoi effetti su tutto il territorio nazionale, il giudice competente deve ritenersi il Tar Lazio.

Di contro, con riferimento al diniego di nulla osta, la competenza territoriale è radicata nel luogo ove si trova lo Sportello Unico che ha istruito la pratica.

Fa eccezione alla giurisdizione del Giudice Amministrativo il caso in cui oggetto dell’impugnazione sia il diniego del visto per ricongiungimento familiare ovvero per ingresso del familiare al seguito.

In tale ipotesi, la situazione giuridica riguarda un diritto soggettivo, ovvero il diritto all’unità familiare, come tale tutelabile davanti al Giudice ordinario.

Lo straniero che ha ricevuto un provvedimento di diniego del visto per ingresso in Italia può ricevere da noi assistenza legale immediata. Prestiamo assistenza e patrocinio nelle cause dirette a impugnare il diniego del visto per entrare in Italia, affinché la competente Ambasciata venga condannata a rilasciare il visto richiesto.

IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA IN USA (STATI UNITI D’AMERICA)

Gli Avvocati di ILC & Associates e i partner specializzati offrono un’assistenza a 360 gradi su tutte le esigenze correlate al diritto dell’immigrazione in USA e alle richieste di cittadinanza.

Professionista di riferimento: Avv. Jenny Johnson.